sabato 11 gennaio 2003

FINI SI SDOGANA....

Fini in Israele,
la comunità italiana si divide e' una vergogna.
No, ci servono amici
Repubblica — 24 novembre 2003 pagina 9 sezione: POLITICA ESTERA




GERUSALEMME - Gianfranco Fini è atterrato ieri sera in Israele per una visita inseguita da dieci anni. Guardando il profilo di Tel Aviv dal finestrino dell' aereo avrebbe detto "è ancora più bella di quanto potessi immaginare": le prime parole delle molte che pronuncerà durante questa visita sicuramente storica. Poche ore prima, a Gerusalemme, per uno strano gioco di coincidenze la comunità ebraica d' origine italiana celebrava il sessantesimo anniversario del rastrellamento e della deportazione di oltre mille ebrei dal ghetto di Roma per mano dei nazisti, non senza la collaborazione dei fascisti capitolini. Così la triste ma composta cerimonia al museo dell' Olocausto s' è svolta ieri pomeriggio, alla vigilia della visita che, proprio per le sue profonde implicazioni, trova una comunità italiana divisa e combattuta. «Io non ci sarò all' incontro con Fini, da oggi sparisco per tutta la durata del suo soggiorno», dice battagliero, il presidente dell' Associazione degli ebrei di origine italiana, David Cassuto. Per Cassuto, che in questo suo rifiuto non rappresenta soltanto se stesso ma una parte consistente della comunità, le revisioni personali di Fini (che s' è persino rimangiato la definizione di Mussolini come «il più grande statista del XX secolo») non sono sufficienti. C' è ancora una fetta dell' ideologia fascista da rinnegare e c' è da fare i conti con la storia di Salò. Quanto ai dirigenti neofascisti cui allude, Cassuto preferisce non fare nomi: «Ma non mi riferisco ai morti», aggiunge soltanto. Una posizione non lontana da quella dell' ex ministro laburista Yossi Beilin secondo il quale la visita rappresenta «una vergogna per Israele». Un lungo, sofferto dibattito ha lacerato la comunità d' origine italiana nei mesi scorsi. Ma accanto alle posizioni più intransigenti, è emersa anche una disponibilità. «Sarebbe stato preferibile che Fini si fosse staccato definitivamente dalla Repubblica sociale - ammette l' ex ambasciatore Sergio Minerbi - . Ciò non è avvenuto, ed è un peccato. Ma dal '95 in poi sono successi molti fatti che indicano un certo percorso. Mentre la sinistra italiana tradisce Israele, e continua con attacchi che definisce antisionisti ma in realtà sono antisemiti, Fini dichiara la sua amicizia allo stato ebraico. Che sia il benvenuto in un paese che ha bisogno di amici in Europa». La visita si nutre soltanto di quest' aspettativa: cosa dirà Fini che ha promesso di chiedere perdono al popolo ebraico per i peccati del fascismo. Fini vedrà tutti i massimi dirigenti, da Sharon a Peres. Tutti israeliani, nessun esponente palestinese. (a.s.) - DAL NOSTRO CORRISPONDENTE